domenica 30 dicembre 2012

Essere "Depressi" a Natale


Per alcune persone il periodo delle vacanze può essere un momento dell'anno molto difficile, pieno di tristezza e solitudine, dove, invece di sentirsi rilassati e godersi le festività, si passa il tempo a rivalutare il passato in chiave depressiva e ad immaginare il futuro (es. l’anno nuovo) come peggiore del passato. Chi vive questo stato d’animo durante le festività non aspetta altro che questo periodo passi il più in fretta possibile. Le ragioni alla base di questo stato d’animo potrebbero essere molte, e variare da persona a persona. Solitamente però il filo conduttore che unisce le differenti storie di vita è la solitudine; si pensi a chi ha perso i propri affetti per un lutto, o per una separazione. Le festività sono il simbolo della condivisione, si condividono i pranzi, si condividono i giochi, si condividono le emozioni. Il non poter condividere con altre persone questo periodo dell’anno rimarca ancora di più la condizione di solitudine. L’assenza per le ferie dal lavoro “luogo di socialità obbligata” o l’interruzione delle abitudini quotidiane, può peggiorare le cose creando la rottura di un equilibrio (precario) che si è mantenuto durante l’anno.

Come posso migliorare le cose?
Creando delle alternative alla solitudine:

1) Durante le festività si attivano molte reti di volontariato, è possibile contattarle ed informarsi sugli eventi proposti nella propria città. Si possono conoscere persone che condividono lo stesso disagio così da sentirsi meno soli.


2) Si può offrire il proprio aiuto collaborando con le associazioni di volontariato. Aiutare gli altri può servire anche ad aiutare noi stessi.


3) Partecipare agli eventi delle comunità on-line.


4) Pensare alle persone che conosciamo ma che per un motivo o per un altro non sentiamo da tempo, potrebbe essere il momento giusto per riallacciare dei rapporti.

Queste sono solo alcune delle cose che è possibile fare per vincere la solitudine e il malessere durante le festività. Se, invece, il malessere è troppo forte e causa un blocco che sembra insormontabile, si può contattare uno Psicologo per ripristinare un equilibrio nella sfera emotiva  e ritrovare la motivazione giusta per affrontare  la  vita.

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lunedì 24 dicembre 2012

Tantissimi Auguri Di Buone Feste



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5 cose utili per eliminare i pensieri ossessivi


E' molto difficile sopprimere un pensiero fastidioso, quanto più cerchiamo di soffocarlo tanto più forte e persistente ritornerà.
Quello che proviamo è la sensazione di avere la mente bloccata, fissata e di non poter fare altro che pensare e ripensare sempre alla stessa cosa; potrebbe essere un problema di lavoro, una preoccupazioni finanziarie, ma anche una paura senza nome a cui non riusciamo a dare un senso. Qualunque sia la paura, ansia o preoccupazione, può risultare molto difficile da controllare.
Solitamente, la prima cosa che facciamo quando vogliamo eliminare un pensiero che ci affolla la mente, è cercare di scacciarlo. Purtroppo, come molti studi hanno dimostrato, la soppressione del pensiero non funziona. Ironia della sorte, cercando di spingere i pensieri fuori dalla mente non facciamo altro che dargli più forza per farli tornare così da creare solo un effetto boomerang.
Quindi, quali alternative esistono per sbarazzarsi dei pensieri che avremmo preferito non avere?

1. Distrarsi  focalizzando l'attenzione su qualcos'altro.

Cercare di pensare ad altro può aiutare, a patto di focalizzare l'attenzione su qualcosa di particolare invece di lasciare libera la mente di vagare dove vuole. Per contrastare la forza di un pensiero persistente dobbiamo concentrarci su qualcosa in particolare, come potrebbe essere, ad esempio, un brano musicale, un programma televisivo o un compito specifico.

  

2. Evitare di fare troppe cose.

Un altro metodo intuitivo per evitare i pensieri persistenti è quello di tenersi impegnati facendo tante cose. L'idea è che se facciamo tante cose avremo poche energie per i pensieri che ci affliggono. Ma, anche se a prima vista potrebbe sembrare una strategia utile, in realtà fare molte cose forzatamente per evitare i pensieri che abbiamo, non fa altro che aumentare lo stress, che a sua volta restituisce forza e vigore ai pensieri opprimenti. Quindi, se adottiamo questa strategia, noi saremo senza energie mentre i pensieri che non volevamo più avranno ricevuto una cura rinvigorente.
 
3. Non lottare contro i pensieri ma accettarli.

Lottare contro i pensieri è come lottare contro le sabbie mobili, più ci sforziamo e più veniamo risucchiati    dentro. Ingaggiare una battaglia  contro un pensiero   indesiderato può avere un solo vincitore, e non saremo di certo noi. Alcune ricerche hanno evidenziato che accettare un pensiero è più utile che combatterlo. Combattere un pensiero significa considerarlo un nemico, dedicargli tempo e risorse. Tutto questo fa innalzare il livello di ansia che è il collante che tiene ancorato il pensiero alla nostra mente.

4. Respirazione controllata.
Rilassarsi è fondamentale, fare esercizi di respirazione controllata fa scendere l'ansia e riporta la mente ed il corpo in uno stato di equilibrio, scaricando lo stress.  Meno ansia e meno stress tolgono forza ai pensieri indesiderati, così da viverli come meno angoscianti ed intrusivi.


5. Scriverli.

Scrivere i pensieri persistenti significa dargli una forma verbale ed uno spazio fisico, questo ci aiuta a riconoscerli e comprenderli così da poterli affrontare e liberarcene definitivamente.











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sabato 22 dicembre 2012

Migliora la Tua Autostima





Tutti noi abbiamo un’immagine mentale  di noi stessi, come ci vediamo, quello in cui siamo bravi e quali potrebbero essere le nostre debolezze. Sviluppiamo questa immagine nel corso del tempo, a partire dall’infanzia. Il termine immagine di sé si riferisce all’immagine mentale che una persona ha di se stesso. In larga parte, la nostra immagine mentale si fonda sulle esperienze di vita e sulla qualità delle relazioni che abbiamo istaurato con le altre persone. Questa immagine mentale è alla base della nostra  autostima. L'autostima rispecchia in che misura ci sentiamo apprezzati, amati, accolti, e ben considerati dagli altri, è per noi una stima del nostro valore, e condiziona pesantemente l’accettazione di noi stessi. Le persone che hanno una sana autostima sono in grado di stare bene con se stessi, si apprezzano, e sono orgogliosi delle  loro abilità, competenze, e stili comportamentali. Viceversa, avere una bassa autostima  può farci sentire di non piacere a nessuno, di non essere accettati dagli altri e di essere un fallimento in tutte le cose che facciamo. Capita a tutti di avere in certi momenti della vita una bassa autostima, in particolare durante l’adolescenza, quando ci confrontiamo e identifichiamo con il gruppo dei pari, e dobbiamo  capire chi siamo e quale è il nostro posto nel mondo. Fortunatamente, l’immagine che abbiamo di noi stessi  può cambiare nel corso del tempo, l'autostima non è una struttura di pensiero rigida, ma può variare significativamente in base alle esperienze che facciamo ed al modo in cui le percepiamo.

Per migliorare la nostra autostima è fondamentale avere un dialogo sano con noi stessi, infatti, se tendiamo ad abbatterci di fronte agli insuccessi e a ripeterci frasi del tipo “capitano tutte a me...non riesco mai a fare niente bene....gli altri sono tutti più bravi... etc” non facciamo altro che alimentare un circuito vizioso dove gli insuccessi sono percepiti come il fallimento della nostra persona, condizionando in modo negativo la percezione che abbiamo di noi stessi. Rompere questa catena è possibile, basta cambiare le “lenti” con cui guardiamo le azioni che compiamo. Se sbagliamo qualcosa, la chiave di lettura deve essere “non ho seguito il modo giusto per farla, devo cercare un'altra soluzione” e non “sono io che sono sbagliato”. Avere un dialogo interno del primo tipo ci spinge a ricercare il modo corretto per affrontare le difficoltà che incontriamo, e fa aumentare le chance di successo; viceversa, nel secondo caso, non faremo altro che trasformare un insuccesso in un fallimento personale. E’ intuitivo che la seconda linea di pensiero “sono io che sono sbagliato”  è sterile, poiché non può generare soluzioni efficaci e tenderà solo a rafforzare gli stereotipi negativi che abbiamo su noi stessi. Togliere le  “lenti dell’autocritica e dell’auto-svalutazione”  e indossare le “lenti del problem-solving” significa cambiare il rapporto che abbiamo con il mondo e gradualmente riusciremo a cambiare (in meglio) anche il rapporto che abbiamo con noi stessi.

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sabato 15 dicembre 2012

Che cos'è la depressione?



La depressione non è solo essere triste o scoraggiato, è molto di più dello sconforto che può far parte della vita quotidiana. Si tratta di una condizione che colpisce molti aspetti della persona - i pensieri, i sentimenti, i comportamenti e la salute fisica. Nella sua forma più lieve, la depressione può impedire alla persona di godersi a pieno la vita. Quando, invece,  la depressione è più grave può causare molta sofferenza, portando la persona a modificare totalmente il suo stile di vita.



Tra i sintomi della depressione troviamo:

- Sentimenti di tristezza, ansia, disperazione e vuoto.
- Perdita di interesse nelle attività precedentemente gradite.
- Problemi di sonno, come dormire a lungo o avere difficoltà ad addormentarsi, non dormire a sufficienza o svegliarsi presto la mattina.
- Variazione dell’appetito con ingiustificata perdita o aumento di peso.
- Sentimenti di irritabilità, frustrazione e  irrequietezza.
- Diminuzione di energia e stanchezza dopo le normali attività quotidiane.
- Difficoltà di concentrazione, scarsa memoria, difficoltà a prendere decisioni o rallentamento dei processi mentali.
- Sentimenti di colpa, inutilità o impotenza.
- Diminuzione interesse alle relazionarsi con gli altri.
- Piangere più spesso del solito.
- Pensieri frequenti sulla morte.
- Pensieri di suicidio o tentativi di suicidio.

Non tutti coloro che sono depressi presentano tutti questi sintomi e non tutti coloro che presentano questi sintomi sono depressi. I singoli sintomi associati alla depressione possono far parte delle normali esperienze di vita. Infatti, occasionali cambiamenti dell'appetito o del sonno, sentimenti di tristezza, senso di colpa, irritabilità o stanchezza fanno parte della normale vita umana.
Viceversa, quando molti di questi sintomi si presentano associati, durano per tutto il giorno, quasi ogni giorno per almeno due settimane creando difficoltà nella conduzione delle normali attività quostidiane, è probabile che si tratti di depressione. In questi casi è opportuno rivolgersi ad uno Psicologo, che, grazie all’ausilio di test specifici può effettuare un’accurata diagnosi così da poter aiutare la persona a risolvere le sue difficoltà.


Dr. Angelo Marco Zona Psicologo Caserta, Santa Maria Capua Vetere, Teano 







Per ulteriori informazioni sulla depressione invitiamo i lettori a visitare la seguente pagina www.capireladepressione.it/la_depressione.html.

venerdì 14 dicembre 2012

Ansia, sintomi e rimedi


Quando le persone sono immerse in situazioni difficili o che costituiscono una minaccia per sé o per altri, possono sperimentare una sensazione di ansia. A seconda della situazione, l'ansia può essere positiva e aiutare nello svolgimento di determinati compiti (ad esempio nel far preparare meglio uno studente in vista dell’esame) oppure, può portare a vivere una sensazione di perdita del controllo di se stessi (lo studente si prepara per l’esame ma la paura di un eventuale fallimento crea uno stato di inibizione e di vuoto di memoria che lo porta a fallire il compito).


L'ansia può presentarsi per varie ragioni, come preoccupazione per una condizione che si protrae da lungo tempo o come risposta ad un’improvvisa situazione che riteniamo (a torto o a ragione) pericolosa. Può manifestarsi come una  fobia (paura di una situazione particolare, ad esempio un animale, etc) o come paura di una separazione (ad esempio in seguito ad una gravidanza) etc...

I sintomi più caratteristici di una seria manifestazione ansiosa sono:
Palpitazioni.
Sudorazione.
Mancanza di respiro.
Oppressione toracica.
Vertigini.
Dolori muscolari.
Perdita di sonno.
Irritabilità.
Continue preoccupazioni.
Stanchezza e mancanza di concentrazione.
Polarizzazione del pensiero su vissuti e scenari negativi.

Alcuni consigli per prevenire e gestire l'ansia
-   Imparare a respirare; fare respiri profondi e rilassarsi (è possibile apprendere, grazie all’aiuto di uno psicologo, tecniche di respirazione efficaci nel controllo dell’ansia.
-  Parlare delle proprie difficoltà; l’ansia è uno stato di preoccupazione che spesso non si riesce a collegare nel modo giusto agli eventi della propria vita. La condivisione delle difficoltà con uno psicologo può condurre all’individuazione della fonte del problema ed alla sua risoluzione.
-  Dormire abbastanza a lungo, ridurre/evitare l’assunzione di caffeina (caffè, tè, etc).
-  Praticare regolarmente esercizio fisico.
-  Seguire una sana alimentazione.
-  Evitare l’assunzione di alcol, tabacco e droghe.

Quasi tutte le persone hanno sperimentato l’ansia nella loro vita. La difesa migliore contro questa spiacevole sensazione, che a picchi elevati ci priva del controllo di noi stessi, limitandoci e condizionandoci nelle scelte della nostra vita, è apprendere le tecniche per il controllo e la gestione delle proprie emozioni. Imparare a gestire le proprie emozioni è fondamentale per fare una vita piena e ritrovare la serenità.


Dr. Angelo Marco Zona Psicologo Caserta, Santa Maria Capua 
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Stress


Lo stress è spesso descritto come la sensazione di essere sopraffatti, preoccupati e sfiniti; può colpire persone di ogni età e sesso. Nella maggior parte dei casi porta a problemi di salute sia fisici che psicologici. In letteratura è spesso definito come una condizione di disagio che crea un’esperienza emozionale, solitamente negativa, accompagnata da prevedibili cambiamenti biochimici, fisiologici e psicologici. Ciò nonostante, lo stress può anche essere utile, fornendo l'energia necessaria alla persona per superare situazioni come esami o scadenze di lavoro; in questo caso si parla di eustress. Tuttavia, una quantità elevata di stress può avere conseguenze negative per la salute sia psicologica, “polarizzando i pensieri su vissuti e scenari negativi, creando difficoltà nell’attività di problem solving, aumentando significativamente i livelli di ansia e abbassando sensibilmente il tono dell’umore”, che fisica, “causando dolori muscolari, ipertensione e indebolimento del sistema immunitario”; in questo caso parliamo di distress. Pertanto, episodi minori di stress ci consentono di sfruttare le risorse personali per superare le difficoltà e poterci adattare a situazioni nuove, attivando positivamente il nostro sistema nervoso così da migliorare le nostre capacità di problem solving. Viceversa, l’eccessivo carico di stress, che persiste per un lungo periodo di tempo, rischia di cronicizzarsi e diventare psicologicamente e fisicamente debilitante. Per definire la capacità delle persone di superare i momenti di crisi dovuti allo stress, in psicologia si usa il termine resilienza, un concetto mutuato dall’ingegneria, dove un corpo, sottoposto ad una forza esterna, modifica la sua forma per assecondare tale forza, ma nel momento in cui la forza esterna cessa, il corpo riesce a riacquisire la forma originaria. Allo stesso modo la nostra mente, sottoposta a stimoli stressanti, deve riuscire a mettere in atto delle strategie per affrontare l’emergenza, ma quando i fattori stressanti scompaiono dovrebbe essere in grado di tornare ad uno stato di naturale rilassamento. Se ciò non avviene e la nostra mente continua a reagire come se fosse in continua emergenza, mantenendo l’organismo in uno stato di allerta, si rischia un esaurimento psicofisico.

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giovedì 13 dicembre 2012

Le 10 cose da sapere per combattere lo stress





1) Rilassamento
Lo stress influenza in modo negativo la respirazione e crea uno stato di tensione muscolare.
Con le tecniche di rilassamento è possibile riconoscere questo stato di tensione e modificarlo riportandolo in equilibrio nel giro di pochi minuti.



2) Cibo
Una sana e corretta alimentazione migliora il benessere psicofisico dell’organismo e ci rende più forti nel fronteggiare situazioni stressanti.


3) Sport
Di estrema importanza per alleviare il peso delle situazioni stressanti è svolgere attività fisica in modo regolare e moderato, è preferibile svolgere l’attività in compagnia di altre persone, a patto che non sia competitiva.


4) Gestione del tempo e pianificazione degli impegni
Spesso le cose da fare diventano troppe perché non si riesce a trovare il tempo necessario per svolgerle tutte. In questi casi possiamo scegliere di ridurre i nostri impegni, ma non sempre questo è possibile o auspicabile, in alternativa, potremmo imparare a gestire meglio il nostro tempo e a pianificare correttamente i nostri impegni, stabilendo obiettivi specifici e realistici. Strategie di project management possono essere molto utili allo scopo.


5) Problem Solving
Nella vita non si possono evitare i problemi, quello che possiamo fare è imparare delle tecniche di Problem Solving e Decision Making per risolverli nel modo corretto e in breve tempo.

6) Parlare con noi stessi nel modo giusto
Ripeterci spesso frasi negative, svilenti e ansiogene come “non ce la farò mai...è troppo difficile per me...non sono portato per queste cose...sicuramente mi andrà male..etc” non migliora le nostre chance di successo e può solo aumentare lo stress. Avere un dialogo costruttivo con noi stessi è fondamentale per motivarci e superare gli ostacoli.


7) Essere meno rigidi e inflessibili con noi stessi
Il timore di sbagliare e il voler fare tutto alla perfezione può essere in alcuni casi inutile e deleterio. Essere i peggiori “capi” di noi stessi, pretendendo sempre il massimo senza eccezioni, potrebbe essere la fonte del nostro stress. Imparando ad essere più flessibili e indulgenti con noi stessi, potremmo ridurre molto lo stress.


8) Migliorare la propria autostima
Affrontare in modo positivo e costruttivo la vita, significa anche avere consapevolezza delle proprie risorse e dei propri limiti, una bassa autostima ci porta a considerare solo i nostri limiti e ad ignorare totalmente le nostre risorse.  Riportare in equilibrio la percezione di noi stessi ci porterà a sperimentare più successi, creando un circolo virtuoso dove i successi alimentano le emozioni positive che a loro volta ci spingono ad avere successo.

9) Migliorare le nostre relazioni interpersonali riducendo al minimo i conflitti
Esser assertivi esprimendo in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni, opinioni
e diritti senza ignorare quelli degli altri, migliora le relazioni interpersonali, che, se gestite male sono spesso fonte di stress.

10) Agire in modo consapevole
Acquisire la consapevolezza dei propri desideri può avere un effetto positivo nel reindirizzare le nostre risorse nella giusta direzione.




mercoledì 12 dicembre 2012

Come proteggere il cervello dal rischio Alzheimer



Diverse ricerche hanno messo in evidenza che è  possibile alzare la guardia contro il morbo di Alzheimer e gli altri disturbi cognitivi che colpiscono le persone anziane. Il morbo di Alzheimer è una malattia neurodegenerativa progressiva che distrugge  lentamente  la memoria, le facoltà di giudizio, la cognizione, le proprietà di linguaggio, la capacità di riconoscere le persone  note  etc... . Di solito inizia dopo i 65 anni, ma la sua insorgenza può verificarsi già all'età di 40 anni. I primi sintomi dell’Alzheimer, spesso non sono identificati dalle persone come precursori della malattia perché richiamano i segni dell’invecchiamento naturale.  Infatti, nelle fasi iniziali  i disturbi  possono essere molto lievi e spesso includono: il ripetere più volte la stessa frase, avere difficoltà a denominare oggetti familiari, dimenticare percorsi stradali ben conosciuti  e  perdere  interesse  per  cose precedentemente molto apprezzate. Il decorso della malattia porta ad un gravissimo deterioramento cognitivo  costringendo il paziente ad una  totale dipendenza dalla persona che solitamente se ne prende cura. Attualmente non esistono cure per  questa malattia e risulta estremamente importante  promuovere i fattori di protezione. Diverse ricerche hanno messo in evidenza che alcune strategie possono aiutare a proteggere il cervello dall’Alzheimer.  
I fattori di protezione identificati sono stati:

1) Il controllo “coloro che ritengono di avere un maggiore controllo sulla propria salute fisica e psicologica hanno una migliore memoria e funzionamento intellettivo rispetto ai coetanei. Viceversa quando le persone sentono di non avere il controllo, sono maggiormente  preoccupate e turbate. Questi sentimenti sono in grado di interferire negativamente sulle prestazioni cognitive”.

  

2) Mantenere il cervello in allenamento “le ricerche hanno trovato una chiara connessione tra alto livello di istruzione  e buon funzionamento cognitivo. Questo perché le persone più istruite  si impegnano maggiormente in attività di problem solving;  l’istruzione, tuttavia,  non è una precondizione indispensabile, quello che conta è impegnarsi in attività mentalmente stimolanti come leggere, frequentare dei corsi o anche imparare  a suonare uno strumento musicale”.  
  

3)Esercizio fisico “l'attività fisica stimola la formazione di connessioni neurali nelle aree del cervello responsabili del declino della memoria”.  





Adottare questi comportamenti può essere estremamente utile per mantenere il più a lungo possibile in salute la nostra mente.


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