giovedì 5 dicembre 2013

1 cosa utile per eliminare l'ansia da prestazione


Quando parliamo di ansia da prestazione ci riferiamo ad uno stato emotivo che ci rende difficile o, nei casi più gravi, ci impedisce di svolgere un compito. E’ bene distinguere l’ansia da prestazione lavorativa, scolastica, sociale e sportiva dall'ansia da prestazione sessuale. Infatti, anche se l’emozione è la stessa i contesti e gli eventi che la scatenano differiscono significativamente, rendendo gli interventi atti a prevenirla molto diversi tra loro. L’ansia da prestazione può essere un problema serio che può creare un circolo vizioso dove si tende a rifuggire tutti gli eventi che possono generarla. Risulta evidente che imparare delle tecniche per gestire l’ansia è di fondamentale importanza.

Quali sono le cause dell’ansia da prestazione sociale?

Ogni volta che dobbiamo svolgere un compito sotto lo sguardo di altre persone possiamo sperimentare l’ansia da prestazione. Pensiamo a quando da bambini bisognava recitare la poesia a scuola, o quando da adulti dobbiamo tenere un discorso in una riunione di lavoro, o ancora quando proviamo semplicemente disagio nel parlare alla presenza di più persone. All'origine di queste manifestazioni emotive, c’è sempre un dialogo interno negativo. Quando ci prepariamo per affrontare un evento, inevitabilmente ci diremo delle cose (dialogo interno) che ci porteranno o al successo o al fallimento in quello che faremo. Dobbiamo immaginare noi stessi come dei programmatori di computer, ogni volta che noi parliamo con noi stessi, ci stiamo programmando, ci diamo delle istruzioni che avranno delle conseguenze sui nostri comportamenti e sulle nostre emozioni. Es. devo parlare in pubblico e immagino di bloccarmi per la paura, di non riuscire  a scandire le parole correttamente, che non sarò chiaro, che potrò svenire per la tensione, che comincerò a sudare e tutti capiranno che sto male e mi giudicheranno negativamente. Chiunque con questa programmazione mentale cercherebbe in tutti i modi di scappare da quella situazione, perché si  sta preannunciando un fallimento totale.

Quali rimedi?




Chi soffre di ansia da prestazione ha innescato nella propria mente un meccanismo automatico che genera pensieri negativi a catena. La cosa migliore per disinnescare questo meccanismo è sicuramente rivolgersi ad uno psicologo, ma un esercizio utile che è possibile cominciare a fare da soli  è quello della scrittura positiva.
Quando ti prepari ad un evento che potrebbe generarti ansia scrivi su un foglio 20 pensieri positivi su come andrà l’evento, questo contrasterà il meccanismo automatico dei pensieri negativi.
Es. mi preparo per parlare in pubblico scrivendo: 

Quello che dirò sarà apprezzato;

Mi godrò l’adrenalina di quel momento;

Sarò felice di esporre le mie idee;

Questa esperienza mi farà crescere ed acquisire nuove capacità;

Etc….


Questo esercizio ci aiuta a pensare positivo e ad avere successo in quello che facciamo.







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giovedì 24 ottobre 2013

Disagio psicologico perdita capelli (alopecia androgenetica).


La maggior parte degli uomini colpiti da alopecia androgenetica sperimentano  un disagio psicologico. Nello specifico, la perdita dei capelli fa sentire la persona meno attraente e meno soddisfatta del proprio aspetto fisico. Quello che si percepisce è un vissuto di perdita globale, perché si passa da una condizione precedente ritenuta migliore e spesso associata a sentimenti di felicità, giovinezza e spensieratezza, ad una condizione attuale ritenuta peggiore ed associata a sentimenti di tristezza, vecchiaia e frustrazione. Il vissuto di perdita quindi riguarda l’intera persona e non solo i suoi capelli. Il danno psicologico maggiore è a carico della propria autostima, quella che è intaccata e l’immagine di sé; si subisce di conseguenza una ferita narcisistica. I capelli sono uno strumento di seduzione e un mezzo per esprimere la propria individualità, usati spesso per manifestare alla collettività i propri cambiamenti interni. Capita spesso che al termine di una relazione sentimentale, sopratutto nelle donne, si decida di cambiare look tramite un nuovo taglio di capelli. Si tende quindi ad esternare  tramite i capelli un cambiamento di vita. In questo caso i capelli sono uno strumento di comunicazione psicologica e sociale,  simboleggiano la chiusura di una fase precedente della propria vita e il sentirsi pronti ad iniziarne un’altra. Il valore simbolico dei capelli è  presente in tutte le culture ed epoche, nel corso della storia i capelli abbondanti hanno simboleggiato vitalità, bellezza, salute e virilità, mentre la loro perdita o rimozione era associata alla sottomissione,  alla perdita dell’identità e all’impotenza. La perdita dei capelli quindi non è solo la perdita di “inutili” annessi cutanei, ma è sopratutto la perdita di un mezzo di espressione individuale e di comunicazione sociale.

Quando si è colpiti dalla perdita dei capelli, è importante proteggersi dagli effetti psicologici che tale perdita può avere sulla persona. La maggior parte dei cambiamenti sociali negativi che le persone notano con la perdita dei capelli non sono dovuti al cambiamento estetico, ma a quello psicologico. Essere più insicuri significa essere più introversi, quando ci chiudiamo in noi stessi abbiamo molte più difficoltà a conoscere persone nuove e difficilmente ricerchiamo attivamente le occasioni per socializzare. Intervenire sul livello psicologico non significa rassegnarsi alla perdita o non mettere in atto misure riparative, anzi, intervenire sul livello psicologico significa ritrovare la vitalità, migliorare la propria autostima e stare bene con se stessi. Questo ci consente di affrontare la situazione con più forza e tenacia, permettendoci di trovare strategie più efficaci per la risoluzione del problema.

martedì 12 marzo 2013

Ansia sociale (fobia sociale - vergognarsi in pubblico)



L' ansia sociale (fobia sociale), è una intensa paura di diventare estremamente ansioso e di essere umiliato in situazioni pubbliche; in particolare si ha il terrore di mettersi in imbarazzo di fronte ad altre persone.
Solitamente chi soffre di ansia sociale è convinto che gli altri siano molto bravi a parlare in pubblico e a socializzare con altre persone, viceversa, tende a ritenersi totalmente incapace di affrontare situazioni che richiedono un'esposizione pubblica (ad esempio recitare una poesia a scuola, o esporre una presentazione di lavoro davanti ai colleghi). La persona tende a percepire ogni piccolo errore commesso in presenza di altre persone come una catastrofe che diventa una minaccia all'immagine di sè. Solo il fatto di "arrossire per l'emozione" quando si parla con più persone è percepito come estremamente imbarazzante ed intollerabile, il pensiero ricorrente in circostanze simili è "mi stanno guardando tutti, chissà cosa penseranno di me".

L'ansia sociale si può manifestare con paure specifiche, come ad esempio :
Parlare in pubblico.
Essere al centro dell'attenzione.
Mangiare o bere in presenza di altre persone.
Partecipare a feste.
Fare acquisti nei negozi o locali affollati.
Leggere o scrivere in pubblico.
Incrociare lo sguardo di altre persone.
Iniziare una conversazione.
Esporre le proprie idee in un dibattito.
Conoscere persone nuove.
Incontrare persone da cui si è attratti.
Parlare con persone ritenute importanti.
Fare ed accettare complimenti.


- Differenza tra timidezza e ansia sociale
E' bene distinguere l'ansia sociale dalla timidezza. Tra le due manifestazioni emotive, la differenza sostanziale è l'intensità della paura collegata alle situazioni sociali, nell'ansia sociale l'intensità della paura è estremamente elevata ed eccede la soglia di tollerabilità personale; la persona è totalmente invasa da questa emozione e non riesce in alcun modo a gestirla. Questo genera un'ansia anticipatoria che si manifesta prima che si verifichi l'evento temuto causando un comportamento di evitamento. Non è raro sentire da chi soffre di ansia sociale frasi del tipo "il solo pensiero di incontrare alla festa tutte quelle persone mi faceva stare così male che mi veniva da vomitare.... alla fine ho deciso di restare a casa"

- Tra le manifestazioni caratteristiche dell'ansia sociale ritroviamo:

  • Una paura significativa e persistente di una o più situazioni sociali o prestazionali nelle quali la persona è esposta a persone non familiari e al possibile giudizio degli altri. La persona teme di comportarsi in  modo umiliante o imbarazzante.
  • L'esposizione alla situazione temuta quasi inevitabilmente provoca l'ansia, che può assumere la forma di un Attacco di Panico.
  • La persona riconosce che la paura è eccessiva o irragionevole.
  • Le situazioni sociali temute sono evitate o sopportate con intensa ansia e disagio.
  • L'ansia anticipatoria o il disagio nella situazione sociale temuta interferiscono significativamente con le normali abitudini di vita della persona (lavorative, scolastiche, relazioni e sociali).

- Perché rivolgersi allo psicologo.
La fobia sociale sconvolge la vita normale della persona, interferendo con la carriera (sia scolastica che lavorativa) e le relazioni sociali. Ad esempio, un lavoratore può rifiutare una promozione perché non può sostenere situazioni che richiedano prestazioni pubbliche, o uno studente può rifiutarsi di sostenere un'interrogazione anche se preparato. L'ansia per un evento sociale può manifestarsi con settimane di anticipo rispetto all'evento ed essere molto debilitante causando notti insonni e giornate angoscianti.
Lo Psicologo può aiutare la persona con ansia sociale ad acquisire una maggiore autostima e fiducia nelle proprie capacità,  sostenendola e motivandola ad affrontare le proprie paure, garantendo sempre il giusto supporto psicologico.
Inoltre è possibile  riabilitare la funzione psicologica della socializzazione, così da migliorare la qualità di vita e poter sfruttare le chance sociali che in precedenza venivano sempre evitate.

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venerdì 8 febbraio 2013

Ludopatia - dipendenza dal gioco d'azzardo patologico e compulsivo (GAP)



Il gioco d'azzardo patologico e compulsivo, detto anche ludopatia, è il tipo più comune di disordine del controllo degli impulsi in tutto il mondo.
Con la rapida espansione del gioco d'azzardo legalizzato, come i video poker, i gratta e vinci e il gioco on-line; i disturbi psicologici legati al gioco sono in forte aumento. Anche se la ludopatia  è in rapida crescita resta ancora in gran parte ignorata.
La ludopatia si può definire come l’ossessione per il gioco d'azzardo associata ad altre manifestazioni comportamentali ed emotive disfunzionali, come ad esempio:
·       ripetuti ed inefficaci tentativi di smettere di giocare;
·  irrequietezza ed irritabilità come emozioni di fondo, che raggiungono picchi elevati quando si perde o non si può giocare;
·     mentire a familiari ed amici per nascondere l'entità del gioco d'azzardo e mascherare le perdite economiche.


- Prevalenza del gioco d'azzardo compulsivo.
Secondo il Ministero della Salute in Italia sono 700.000 i  ludopatici e nel 2011 le persone in trattamento sono state 4687. Oltreoceano la situazione non è migliore, anzi, secondo l’associazione dei giocatori anonimi, circa l'85% degli adulti statunitensi hanno giocato almeno una volta nella vita e il 60% nell'ultimo anno.
Diversi studi condotti negli Stati Uniti hanno messo in evidenza che il gioco d'azzardo compulsivo di solito si manifesta nella prima adolescenza per i maschi, mentre per le femmine il problema insorge in età adulta. Anche se per alcune persone la dipendenza dal gioco insorge con la prima scommessa (a cui solitamente è associata una  vincita), per la maggior parte delle persone il processo è più insidioso. Ci possono essere anni di gioco sociale (svolto in compagnia degli amici)  prima che si trasformi in ludopatia.
Di solito c'è una crescente progressione nella frequenza delle giocate e dell'importo scommesso. Il desiderio di giocare generalmente aumenta durante i periodi di stress e di depressione. Al contrario di quello che si possa pensare, le persone che diventano giocatori d'azzardo patologici solitamente sono  intelligenti ed istruite, ma, allo stesso tempo, sono anche persone competitive che amano le sfide e i rischi che comportano le scommesse. In molti casi il gioco d’azzardo diventa una valvola di sfogo e una fonte disfunzionale di gratificazione.


- Perché rivolgersi allo Psicologo.

La ludopatia è correlata ad alti livelli di stress, ansia e basso tono dell’umore. Uno Psicologo  può aiutare la persona con problemi di gioco  a sviluppare nuove competenze e stili di vita che promuovano modelli positivi di comportamento.
E’ possibile  insegnare tecniche di rilassamento che aiutino la persona a controllare l’impulso irrefrenabile al gioco e ad abbassare i livelli di ansia. Una riabilitazione psicologica può essere molto utile per:
abbassare i livelli di stress; 
migliorare il controllo dell’ansia; 
- innalzare il tono dell’umore; 
aiutare la persona a trovare nuove e più sane fonti di gratificazione.

In caso di problemi con il gioco rivolgersi ad uno Psicologo può essere molto utile per evitare il disastro finanziario, familiare e personale.

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venerdì 25 gennaio 2013

Dislessia (Disturbo della Lettura)




Il DSM IV riporta come caratteristica fondamentale della Dislessia (Disturbo della Lettura) il fatto che la capacità di leggere raggiunta  misurata da test standardizzati che analizzano la precisione, la velocità e la comprensione della lettura, sia inferiore alla media, calcolata in base all’età, all’intelligenza, e al livello di istruzione. L’anomalia della lettura, per essere definita dislessia, deve interferire notevolmente con l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che richiedono tale capacità e se è presente un deficit sensoriale, le difficoltà nella lettura devono essere maggiori di quelle prodotte solitamente dal deficit.
Nei soggetti con Dislessia la lettura orale è solitamente caratterizzata da lentezza, errori di comprensione, distorsioni, sostituzioni e omissioni.
  

Indicatori di Dislessia

Il bambino in età scolare:
- ha acquisito con ritardo le normali competenze linguistiche
- pronuncia male alcune parole, lettere o gruppi di lettere
- confonde le indicazioni di direzione (es. sopra/sotto, dentro/fuori)
- inciampa, sbatte, cade eccessivamente
- manifesta rapidità di pensiero e di azione
- ha difficoltà ad imparare le filastrocche per bambini
- presenta difficoltà con le "sequenze" (es. successione ordinata di perline colorate)

Il bambino fino ai 9 anni:
- incontra una difficoltà ad imparare a leggere e a scrivere
- inverte continuamente numeri e lettere (ad es. "15" per "51", "b" con "d")
- impara a fatica l'alfabeto, le tabelline e sequenze di nomi, come i giorni della settimana e i mesi dell'anno
- è disattento ed ha scarsa capacità di concentrazione
- non riesce agevolmente ad allacciarsi le scarpe, a colpire il pallone o a saltare

  Il bambino dai 9 ai 12 anni:
- persiste negli errori nella lettura e/o possiede una scarsa comprensione dei contenuti
- inverte o omette lettere e parole nella lettura e nella scrittura
- per eseguire compiti scritti impiega un tempo superiore alla media
- è disorganizzato a scuola e a casa
- ha difficoltà a copiare dalla lavagna o dal testo
- vive sentimenti di mancanza di fiducia in se stesso e nelle sue capacità
- trova molta difficoltà ad imparare le lingue straniere



La Legge 8 ottobre 2010, nº 170 riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali Disturbi Specifici di  Apprendimento, denominati "DSA".

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martedì 22 gennaio 2013

Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA)





I problemi di apprendimento possono interferire negativamente con i risultati scolastici e con le attività della vita quotidiana quando queste richiedono capacità di lettura, di calcolo o di scrittura. Solitamente i Disturbi Specifici di Apprendimento sono associati a sentimenti di demoralizzazione, bassa autostima, insicurezza ed hanno come conseguenza naturale  una diminuzione delle capacità sociali. Avere un Disturbo di Apprendimento aumenta le probabilità di abbandonare la scuola (circa 1,5 volte in più rispetto alla media). Nell’età adulta i Disturbi dell’Apprendimento possono creare notevoli difficoltà nel lavoro e nell’adattamento sociale. Per diagnosticare un Disturbo dell’Apprendimento è necessario somministrare individualmente test standardizzati, su lettura, calcolo, o espressione scritta; quando il risultato ai test è significativamente al di sotto di quanto previsto in base all’età, all’istruzione, e al livello di intelligenza, siamo in presenza di un Disturbo di Apprendimento.
La Legge 8 ottobre 2010, nº 170 riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali Disturbi Specifici di  Apprendimento, denominati "DSA".


I Disturbi Specifici di Apprendimento sono:
·         Disgrafia
·         Disortografia
·         Discalculia 
·         Disturbo specifico della compitazione 

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venerdì 11 gennaio 2013

Attacchi di Panico



 Cosa sono gli Attacchi di Panico e come si manifestano:


“Gli Attacchi di Panico si possono manifestarsi nel contesto di qualsiasi Disturbo d’Ansia come pure in altri disturbi mentali (per es., Disturbi dell’Umore, Disturbi Correlati a Sostanze).

La caratteristica essenziale di un Attacco di Panico è un periodo preciso di paura o disagio intensi in assenza di vero pericolo accompagnati da almeno 4 sintomi somatici o cognitivi su 13.

I sintomi possono essere somatici o cognitivi ed includono palpitazioni, sudorazioni, tremori fini o a grandi scosse, sensazioni di dispnea o di soffocamento, sensazione di asfissia, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali, vertigini o sensazione di testa leggera, derealizzazione o depersonalizzazione, paura di perdere il controllo o di ‘‘impazzire’’, paura di morire, parestesie e brividi o vampate di calore.

L’attacco ha un inizio improvviso, raggiunge rapidamente l’apice (di solito in 10 minuti o meno), ed è spesso accompagnato da un senso di pericolo o di catastrofe imminente e da urgenza di allontanarsi. L’ansia che è caratteristica di un Attacco di Panico può essere differenziata dall’ansia generalizzata per la sua precisa, quasi parossistica natura e per la sua gravità tipicamente maggiore.

Esistono 3 tipi caratteristici di Attacchi di Panico:
  
1) inaspettati (non provocati),
  
2) causati dalla situazione (provocati) 
  
3) sensibili alla situazione.

Ciascun tipo di Attacco di Panico è definito da un set diverso di relazioni fra l’esordio dell’attacco e la presenza o l’assenza di fattori scatenanti situazionali che includono stimoli esterni
(per es., un soggetto con claustrofobia ha un attacco mentre si trova in un ascensore bloccato fra i piani)
o interni
(per es., percezioni catastrofiche riguardo le irradiazioni di palpitazioni cardiache).

Gli Attacchi di Panico inaspettati (non provocati) sono definiti come quelli in cui il soggetto non associa l’esordio dell’attacco con un fattore scatenante situazionale interno o esterno (cioè l’attacco di panico viene avvertito come spontaneo, a ‘‘ciel sereno’’).

Gli Attacchi di Panico causati dalla situazione (provocati) sono definiti come quelli in cui l’attacco si manifesta quasi invariabilmente, subito durante l’esposizione a, o nell’attesa di, uno stimolo o fattore scatenante situazionale (per es., un soggetto con Fobia Sociale che ha un Attacco di Panico che inizia pensando di parlare in pubblico).

Gli Attacchi di Panico sensibili alla situazione sono simili agli Attacchi di Panico causati dalla situazione, ma non sono invariabilmente associati allo stimolo e non si manifestano necessariamente subito dopo l’esposizione (per es., è più probabile che gli attacchi si manifestino durante la guida, ma alcune volte l’individuo guida e non ha un Attacco di Panico oppure l’Attacco di Panico si manifesta dopo aver guidato per una mezz’ora).

Gli individui che richiedono cure per Attacchi di Panico inaspettati descrivono solitamente la paura come intensa e riferiscono di avere pensato di essere in procinto di morire, di potere perdere il controllo, di avere un infarto del miocardio o un ictus o di “impazzire”. Riferiscono di solito anche un desiderio urgente di fuggire dal luogo in cui si sta manifestando l’attacco. Con il ripetersi degli Attacchi di Panico inaspettati, nel tempo gli attacchi tipicamente diventano causati o provocati dalla situazione, benché possano persistere attacchi inaspettati.”

Informazioni riportate nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM IV).

sabato 5 gennaio 2013

Sostegno psicologico per affrontare l'ansia







Se lei ha spesso pensieri ossessivi, preoccupazioni implacabili, non riesce a parlare in pubblico, quando deve affrontare situazioni nuove le batte forte il cuore, le tremano la voce e le gambe, o ha una paura che la blocca e le rende la vita difficile, potrebbe essere una persona molto ansiosa.

Non si preoccupi, si ricordi che è possibile vivere senza ansia e senza paure irrazionali.


Affrontare l'ansia grazie alla psicologia.
 
Esistono diversi strumenti psicologici che possono aiutare le persone a liberarsi dall'ansia e dalle fobie. Un trattamento efficace  contro l'ansia è la ristrutturazione cognitiva. Questa riabilitazione psicologica può aiutare a migliorare l'autocontrollo, far abbassare i livelli di ansia, fermare i pensieri ossessivi e liberarsi dalle paure.
Quando si tratta ridurre l'ansia, le ricerche hanno messo in evidenza che i trattamenti psicologici sono molto efficaci. Grazie alle tecniche psicologiche si possono scoprire le cause alla base di tutte le preoccupazioni e paure, imparare a rilassarsi e a vedere le situazioni in modi nuovi e meno spaventosi, sviluppare migliori capacità di coping e di problem-solving.

Lo Psicologo, ti dà gli strumenti per superare l'ansia e ti insegna come usarli.
Vediamone alcuni:

1. Identificare i vostri pensieri negativi.
Con l'ansia, le situazioni sono percepite come più pericolose di quello che realmente sono. Una persona che teme i germi, per esempio, può pensare di rischiare la vita anche solo stringendo la mano ad un altro individuo. Lo Psicologo può aiutare la persona ad identificare il pensiero irrazionale  che genera l'ansia.

2 Sfidare i vostri pensieri negativi.
Lo Psicologo vi insegnerà come valutare i pensieri ansiogeni. Si tratta di mettere in discussione i principi sbagliati che rendono i pensieri spaventosi e analizzare concretamente le possibilità che gli scenari catastrofici  generati dall'ansia si realizzino effettivamente (è difficile morire per una stretta di mano).

3. Sostituire i pensieri negativi con pensieri realistici e positivi.
Una volta che hai identificato i pensieri distorti dall'ansia, lo Psicologo ti aiuta a sostituirli con pensieri nuovi che sono più realistici e positivi.