venerdì 25 gennaio 2013

Dislessia (Disturbo della Lettura)




Il DSM IV riporta come caratteristica fondamentale della Dislessia (Disturbo della Lettura) il fatto che la capacità di leggere raggiunta  misurata da test standardizzati che analizzano la precisione, la velocità e la comprensione della lettura, sia inferiore alla media, calcolata in base all’età, all’intelligenza, e al livello di istruzione. L’anomalia della lettura, per essere definita dislessia, deve interferire notevolmente con l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che richiedono tale capacità e se è presente un deficit sensoriale, le difficoltà nella lettura devono essere maggiori di quelle prodotte solitamente dal deficit.
Nei soggetti con Dislessia la lettura orale è solitamente caratterizzata da lentezza, errori di comprensione, distorsioni, sostituzioni e omissioni.
  

Indicatori di Dislessia

Il bambino in età scolare:
- ha acquisito con ritardo le normali competenze linguistiche
- pronuncia male alcune parole, lettere o gruppi di lettere
- confonde le indicazioni di direzione (es. sopra/sotto, dentro/fuori)
- inciampa, sbatte, cade eccessivamente
- manifesta rapidità di pensiero e di azione
- ha difficoltà ad imparare le filastrocche per bambini
- presenta difficoltà con le "sequenze" (es. successione ordinata di perline colorate)

Il bambino fino ai 9 anni:
- incontra una difficoltà ad imparare a leggere e a scrivere
- inverte continuamente numeri e lettere (ad es. "15" per "51", "b" con "d")
- impara a fatica l'alfabeto, le tabelline e sequenze di nomi, come i giorni della settimana e i mesi dell'anno
- è disattento ed ha scarsa capacità di concentrazione
- non riesce agevolmente ad allacciarsi le scarpe, a colpire il pallone o a saltare

  Il bambino dai 9 ai 12 anni:
- persiste negli errori nella lettura e/o possiede una scarsa comprensione dei contenuti
- inverte o omette lettere e parole nella lettura e nella scrittura
- per eseguire compiti scritti impiega un tempo superiore alla media
- è disorganizzato a scuola e a casa
- ha difficoltà a copiare dalla lavagna o dal testo
- vive sentimenti di mancanza di fiducia in se stesso e nelle sue capacità
- trova molta difficoltà ad imparare le lingue straniere



La Legge 8 ottobre 2010, nº 170 riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali Disturbi Specifici di  Apprendimento, denominati "DSA".

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martedì 22 gennaio 2013

Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA)





I problemi di apprendimento possono interferire negativamente con i risultati scolastici e con le attività della vita quotidiana quando queste richiedono capacità di lettura, di calcolo o di scrittura. Solitamente i Disturbi Specifici di Apprendimento sono associati a sentimenti di demoralizzazione, bassa autostima, insicurezza ed hanno come conseguenza naturale  una diminuzione delle capacità sociali. Avere un Disturbo di Apprendimento aumenta le probabilità di abbandonare la scuola (circa 1,5 volte in più rispetto alla media). Nell’età adulta i Disturbi dell’Apprendimento possono creare notevoli difficoltà nel lavoro e nell’adattamento sociale. Per diagnosticare un Disturbo dell’Apprendimento è necessario somministrare individualmente test standardizzati, su lettura, calcolo, o espressione scritta; quando il risultato ai test è significativamente al di sotto di quanto previsto in base all’età, all’istruzione, e al livello di intelligenza, siamo in presenza di un Disturbo di Apprendimento.
La Legge 8 ottobre 2010, nº 170 riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali Disturbi Specifici di  Apprendimento, denominati "DSA".


I Disturbi Specifici di Apprendimento sono:
·         Disgrafia
·         Disortografia
·         Discalculia 
·         Disturbo specifico della compitazione 

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venerdì 11 gennaio 2013

Attacchi di Panico



 Cosa sono gli Attacchi di Panico e come si manifestano:


“Gli Attacchi di Panico si possono manifestarsi nel contesto di qualsiasi Disturbo d’Ansia come pure in altri disturbi mentali (per es., Disturbi dell’Umore, Disturbi Correlati a Sostanze).

La caratteristica essenziale di un Attacco di Panico è un periodo preciso di paura o disagio intensi in assenza di vero pericolo accompagnati da almeno 4 sintomi somatici o cognitivi su 13.

I sintomi possono essere somatici o cognitivi ed includono palpitazioni, sudorazioni, tremori fini o a grandi scosse, sensazioni di dispnea o di soffocamento, sensazione di asfissia, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali, vertigini o sensazione di testa leggera, derealizzazione o depersonalizzazione, paura di perdere il controllo o di ‘‘impazzire’’, paura di morire, parestesie e brividi o vampate di calore.

L’attacco ha un inizio improvviso, raggiunge rapidamente l’apice (di solito in 10 minuti o meno), ed è spesso accompagnato da un senso di pericolo o di catastrofe imminente e da urgenza di allontanarsi. L’ansia che è caratteristica di un Attacco di Panico può essere differenziata dall’ansia generalizzata per la sua precisa, quasi parossistica natura e per la sua gravità tipicamente maggiore.

Esistono 3 tipi caratteristici di Attacchi di Panico:
  
1) inaspettati (non provocati),
  
2) causati dalla situazione (provocati) 
  
3) sensibili alla situazione.

Ciascun tipo di Attacco di Panico è definito da un set diverso di relazioni fra l’esordio dell’attacco e la presenza o l’assenza di fattori scatenanti situazionali che includono stimoli esterni
(per es., un soggetto con claustrofobia ha un attacco mentre si trova in un ascensore bloccato fra i piani)
o interni
(per es., percezioni catastrofiche riguardo le irradiazioni di palpitazioni cardiache).

Gli Attacchi di Panico inaspettati (non provocati) sono definiti come quelli in cui il soggetto non associa l’esordio dell’attacco con un fattore scatenante situazionale interno o esterno (cioè l’attacco di panico viene avvertito come spontaneo, a ‘‘ciel sereno’’).

Gli Attacchi di Panico causati dalla situazione (provocati) sono definiti come quelli in cui l’attacco si manifesta quasi invariabilmente, subito durante l’esposizione a, o nell’attesa di, uno stimolo o fattore scatenante situazionale (per es., un soggetto con Fobia Sociale che ha un Attacco di Panico che inizia pensando di parlare in pubblico).

Gli Attacchi di Panico sensibili alla situazione sono simili agli Attacchi di Panico causati dalla situazione, ma non sono invariabilmente associati allo stimolo e non si manifestano necessariamente subito dopo l’esposizione (per es., è più probabile che gli attacchi si manifestino durante la guida, ma alcune volte l’individuo guida e non ha un Attacco di Panico oppure l’Attacco di Panico si manifesta dopo aver guidato per una mezz’ora).

Gli individui che richiedono cure per Attacchi di Panico inaspettati descrivono solitamente la paura come intensa e riferiscono di avere pensato di essere in procinto di morire, di potere perdere il controllo, di avere un infarto del miocardio o un ictus o di “impazzire”. Riferiscono di solito anche un desiderio urgente di fuggire dal luogo in cui si sta manifestando l’attacco. Con il ripetersi degli Attacchi di Panico inaspettati, nel tempo gli attacchi tipicamente diventano causati o provocati dalla situazione, benché possano persistere attacchi inaspettati.”

Informazioni riportate nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM IV).

sabato 5 gennaio 2013

Sostegno psicologico per affrontare l'ansia







Se lei ha spesso pensieri ossessivi, preoccupazioni implacabili, non riesce a parlare in pubblico, quando deve affrontare situazioni nuove le batte forte il cuore, le tremano la voce e le gambe, o ha una paura che la blocca e le rende la vita difficile, potrebbe essere una persona molto ansiosa.

Non si preoccupi, si ricordi che è possibile vivere senza ansia e senza paure irrazionali.


Affrontare l'ansia grazie alla psicologia.
 
Esistono diversi strumenti psicologici che possono aiutare le persone a liberarsi dall'ansia e dalle fobie. Un trattamento efficace  contro l'ansia è la ristrutturazione cognitiva. Questa riabilitazione psicologica può aiutare a migliorare l'autocontrollo, far abbassare i livelli di ansia, fermare i pensieri ossessivi e liberarsi dalle paure.
Quando si tratta ridurre l'ansia, le ricerche hanno messo in evidenza che i trattamenti psicologici sono molto efficaci. Grazie alle tecniche psicologiche si possono scoprire le cause alla base di tutte le preoccupazioni e paure, imparare a rilassarsi e a vedere le situazioni in modi nuovi e meno spaventosi, sviluppare migliori capacità di coping e di problem-solving.

Lo Psicologo, ti dà gli strumenti per superare l'ansia e ti insegna come usarli.
Vediamone alcuni:

1. Identificare i vostri pensieri negativi.
Con l'ansia, le situazioni sono percepite come più pericolose di quello che realmente sono. Una persona che teme i germi, per esempio, può pensare di rischiare la vita anche solo stringendo la mano ad un altro individuo. Lo Psicologo può aiutare la persona ad identificare il pensiero irrazionale  che genera l'ansia.

2 Sfidare i vostri pensieri negativi.
Lo Psicologo vi insegnerà come valutare i pensieri ansiogeni. Si tratta di mettere in discussione i principi sbagliati che rendono i pensieri spaventosi e analizzare concretamente le possibilità che gli scenari catastrofici  generati dall'ansia si realizzino effettivamente (è difficile morire per una stretta di mano).

3. Sostituire i pensieri negativi con pensieri realistici e positivi.
Una volta che hai identificato i pensieri distorti dall'ansia, lo Psicologo ti aiuta a sostituirli con pensieri nuovi che sono più realistici e positivi.